27 gennaio giorno della memoria
IL GIORNO DELLA MEMORIA,
LA SCUOLA PER NON DIMENTICARE
Il giorno della memoria non è un rituale ripetitivo. La memoria non è solo un ricordo che si fissa in qualche parte della nostra mente. La memoria della nostra storia, soprattutto quella recente, è motivo di riflessione, di educazione, di ricerca. In questo continua a essere fondamentale il ruolo della scuola. Contro le nuove tendenze a lasciare nell’oblio il passato con i suoi orrori, tornano alla mente le parole di Primo Levi, internato nei lager nazisti: “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”.
La questione della memoria non riguarda solo la persecuzione degli ebrei, che pure rimane l’aspetto più emblematicamente significativo della deportazione, riguarda la storia stessa del Vecchio Continente, le cui radici affondano lontano nel tempo.
La conseguenza che ne deriva appare scontata: l’Europa ha prodotto l’indecenza del fatto nazista, le complicità fasciste con tutte le sue atrocità. Devono essere gli europei a portarne il fardello, a spiegare, con in più l’obbligo di renderne riconoscibili, con le armi della cultura e della politica, i tratti di universalità. Poiché, dalla lezione delle stragi naziste, proprio questo noi europei abbiamo imparato: costretti a ricollocare al centro della riflessione l’uomo e la sua natura, siamo stati resi più avvertiti delle nostre azioni.
Di qui l’obbligo di adoperarci perché eventi simili non abbiano mai più a ripetersi non solo presso di noi, ma anche presso altri popoli.
La memoria non è un esercizio sterile, deve aiutarci a evitare nuove tragedie. Di memoria non ce n’è mai abbastanza se nel mondo, e purtroppo anche in Europa di recente, la pulizia etnica ha fatto le sue stragi, l’odio razziale risorge e l’intolleranza e i fondamentalismi accendono le polveri. Il futuro della memoria è contro tutto questo. Serve a trovare vie originali per risolvere conflitti ed emergenze sociali.
La scuola sperimenta quotidianamente i principi della democrazia, dell’eguaglianza, dell’accoglienza e dell’inclusione. Nella scuola si gettano le basi per contribuire a far crescere i cittadini e le cittadine del futuro, consapevoli della loro storia, delle tragedie del passato e delle regole condivise da rispettare in una società che cerca di migliore ricordando i propri errori.
La scuola è un presidio indispensabile contro coloro che non vogliono ricordare e stare zitti; bisogna, invece, documentare e testimoniare, bisogna studiare la storia, perché il silenzio non è mancanza di comunicazione ma può diventare pericolosa asserzione. Dunque, ricordiamo e discutiamo, anche nelle nostre scuole, nel giorno della memoria.
Teramo, 26 gennaio ’21 FLC CGIL TERAMO